Il Seminario di Lucca, che per molti decenni è stato luogo di formazione del clero, ha ospitato nei giorni 6-8 settembre un campo-scuola interregionale di formazione per laici; è forse questo un segno dei tempi che coinvolge anche la chiesa tutta nel più complessivo cambiamento del mondo? Noi ci auguriamo di sì. Coltiviamo infatti la speranza che oltre all’auspicata ripresa delle vocazioni al presbiterato, maturi finalmente una diffusa coscienza laicale e si possa dare attuazione piena al magistero del Concilio Vat.II attraverso un impegno evangelico competente e responsabile dei cristiani laici, cosa di cui la nostra società manifesta un gran bisogno. Il campo-scuola, organizzato dal Movimento Lavoratori di AC nazionale in collaborazione con quelli di Lucca della Romagna e del Piemonte ha avuto come tema: “ACCOMPAGNARE LA PASSIONE PER IL LAVORO”. Si è inteso così sottolineare l’importanza che si deve alla volontà di operare e di essere protagonisti creativi nella società, volontà assai più diffusa, radicata e profonda di quanto gli stereotipi vogliono indurci a credere.
Una riprova di questo è riscontrabile nella numerosa, vivace e coinvolta presenza al campo-scuola di tanti giovani animatori del Progetto Policoro, provenienti da varie regioni d’Italia. Questo incontro fra generazioni e provenienze diverse ha prodotto uno scambio piacevole e fecondo che si è calato nella vita, nell’esperienza, nella testimonianza di persone che si sono spese per il bene comune; fra queste in primo luogo Adriano Olivetti, che malgrado la distanza dalla fede seppe tradurre in azioni concrete e benefiche gli insegnamenti ricevuti in famiglia.
Nel campo politico si è iniziato ad approfondire la figura di Arturo Pacini, che col suo stile ha marcato la vita sociale della nostra provincia per lunghi anni. Infine, l’incontro con realtà locali che portano avanti progetti concreti ha evidenziato la fattibilità, la sostenibilità e la necessità di nuovi modelli di sviluppo fondati sull’integrazione di tutti i soggetti, di dare valore ad ogni persona, non solo perché ciascuna persona vale, ma perché è anche portatrice di valore economico; l’Azienda agricola Calafata in cui sono inseriti molti soggetti disagiati, ci ha dimostrato come la fatica dello stare insieme, unita alla tecnologia e ad un approccio multidisciplinare, possa produrre frutti buoni.
Infine il progetto “ZOOM
metti a fuoco il tuo talento” ci ha presentato un’esperienza di
interconnessione: le scuole aperte al mondo del lavoro, le aziende
aperte alle scuole. Fondamentale anche il laboratorio di
progettazione sociale, che ogni volta ci costringe a misurarci con
una mutevole realtà da governare, non ultimo il Contest “Parrocchie
Ecologiche”, (quasi in scadenza per il 2024) che ogni anno chiama a
gara piccoli progetti, piccoli sogni locali, micro realizzazioni, che
provocano coinvolgimento e aiutano le persone a ricostruire la
comunità: il nostro bisogno primario. L’auspicio che deriva da
queste giornate è che l’AC e più in generale tutte le realtà di
Chiesa sappiano sempre più efficacemente operare all’unisono, per
essere nella società luminoso segno profetico.
Antonio Bini segretario diocesano MLAC